Ogni nuovo arrivo in House of Giants è un avvenimento irripetibile!

In questa pagina, piccole news sui nuovi arrivati tra i giganti e i nani...


4 marzo

In questi giorni la nursery delle farfalle risplende di bagliori azzurri: stanno sfarfallando le prime morfo blu (Morpho sp.) della stagione! La particolare struttura delle scaglie che ricoprono le loro ali (che altro non sono se non la famosa polverina) riflette la luce originando una colorazione iridescente con funzione difensiva, chiamata "effetto flash". I predatori, infatti, percepiscono una sequenza di lampi azzurri e difficilmente riescono a calcolare la traiettoria di volo della farfalla.


28 febbraio
 

Mezza dozzina di giovani chiocciole giganti africane (Achatina achatina) hanno timidamente iniziato ad esplorare il loro nuovo terrario. Si tratta dei molluschi terrestri più grandi al mondo: la conchiglia può raggiungere 27 centimetri di lunghezza. Queste invidiabili dimensioni sono probabilmente legate alla quantità di uova che possono deporre… fino a 1200 in un anno! Una curiosità? Le chiocciole sono animali ermafroditi, ovvero contemporaneamente sia maschi che femmine, ma “insufficienti” per cui per riprodursi necessitano dell’intervento di un altro individuo (dopo l’accoppiamento entrambi i partner possono produrre uova fecondate).


25 febbraio
 

Dopo aver potato tutte le piante di ligustro e oleandro del Parco per nutrire i bruchi, ecco che i primi adulti sono emersi dai bozzoli! Vi presentiamo la bellissima suraka (Antherina suraka), originaria del Madagascar. Questa splendida falena, a differenza della quantità impressionante di cibo di cui necessita durante la crescita, una volta sfarfallata non si nutre, ma impiega i pochi giorni di vita a disposizione per cercare un partner e riprodursi. E se un predatore si mette in mezzo? Basta spalancare le ali e mostrare i grandi occhi colorati per metterlo in fuga!



12 dicembre 2019


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Ogni settimana la nursery delle farfalle diventa teatro per la metamorfosi delle incredibili falene cobra (Attacus sp.). 
Si tratta di un genere di farfalle notturne che vanta specie con aperture alari fino a 30cm! A voler essere pignoli il primato delle maggiori dimensioni spetta alle femmine, a cui sono necessarie grandi ali per potersi alzare in volo nonostante l'imponente addome ripieno di uova. I maschi, più minuti, si devono accontentare di sfoggiare enormi antenne "piumate", grazie alle quali percepiscono nell'oscurità della notte i feromoni emessi dalle potenziali partner, anche a sorprendenti distanze. 


27 novembre 2019

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In questi giorno si possono osservare i nostri paguri di foresta (Coenobita sp.) alla ricerca della "conchiglia perfetta". La scelta di quest'ultima, infatti, è di straordinaria importanza per l'animale che la può utilizzare come rifugio ritirandovisi completamente all'interno. Le dimore più apprezzate sono le conchiglie vuote di lumache (sia di mare che di terra!) la cui apertura può essere perfettamente sigillata con la chela grande. E come verrà impiegato il resto del tempo? Naturalmente a scovare cibi succulenti... dai frutti tropicali ai pesci morti e, perchè no, anche ai propri compagni paguri, meglio se dopo una muta, quando non sono ben corazzati!



6 novembre 2019

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Gli animali carnivori spesso ci stupiscono con le varie tattiche che utilizzano per procacciarsi il cibo. Una tra le più sorprendenti è quella utilizzata dai pesci arciere per catturare i prelibati insetti che volano nei dintorni dello specchio d’acqua in cui essi vivono.
Ebbene, gli ignari insetti che incautamente si posano su rami vicini all’acqua, rischiano di essere investiti da un getto di acqua che fa loro perdere l’equilibrio causandone la caduta in acqua dove i pesci arciere sono pronti a mangiarseli. Questo getto di acqua non arriva però loro addosso casualmente: sono proprio i pesci arciere che sputano il liquido come abili cecchini, proprio con l’intento di procacciarsi del cibo prelibato.



31 ottobre 2019

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Per la prima volta in Italia, sono arrivate da pochi giorni dallo zoo di Madrid, nell’ambito del progetto EEP dell’EAZA, le lontre giganti
I nuovi ospiti della House of Giants sono i fratelli Apalai e Felipe: dopo un primo momento di scoperta, ormai conoscono ogni angolo del loro nuovo reparto che esplorano instancabilmente.
La loro giornata trascorre tra i tuffi in acqua, le mille acrobazie e i giochi sotto l’acqua, pause ristoratrici sulla sabbia o anche… esplorazioni avventurose tra le piante del reparto.
In natura la specie, che occupa alcuni ambienti umidi nelle foreste tropicali del Sud America, è considerata minacciata di estinzione a causa della distruzione dell’habitat, soprattutto a causa dell’inquinamento degli ecosistemi acquatici e dell’aumento delle attività e degli insediamenti umani.


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Strani folletti colorati sembrano guizzare all’interno della foresta tropicale ricreata nel primo terrario che si trova entrando nella House of Giants. Soffermandosi a guardare meglio, questi misteriosi esseri si mostrano a noi con una splendida colorazione azzurra e gialla. Pronte per Halloween? No, le rane freccia sfoggiano la loro livrea tutto l’anno per avvertire di essere velenose!
Il veleno viene recuperato dai piccoli insetti di cui si cibano ed è sfruttato da alcune popolazioni locali per rendere micidiali le loro frecce.



17 ottobre 2019
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Alla schiera di invertebrati giganti si è aggiunto un vero pezzo da novanta! Si tratta dell’insetto stecco golia (Eurycnema goliath), specie originaria dell’Australia che può raggiungere i 25 cm di lunghezza. Oltre alla bellissima colorazione verde mela può mostrare strisce e macchie gialle, rosse e bluastre, che sono utilissime per scoraggiare eventuali predatori. E se i colori di avvertimento non fossero sufficienti può mettere in campo un’altra strategia di difesa: le ali (troppo piccole per permettere il volo rispetto al pesante addome delle femmine) vengono strofinate sul dorso allo scopo di produrre un suono stridente.



15 ottobre 2019

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Da qualche giorno è arrivato un esemplare maschio di scarabeo rinoceronte tricorno asiatico, Chalcosoma caucasus, dalle dimensioni piuttosto ragguardevoli (più di 10 cm). Gli scarabei rinoceronte non sono noti solo per la bella presenza (l’esoscheletro è di una lucentezza invidiabile), ma anche per il marcato dimorfismo sessuale: i maschi presentano, infatti, oltre alle corna cefaliche, due grandi corna toraciche che utilizzano per combattere tra loro. I duelli, quasi mai letali, avvengono sui rami degli alberi, spesso in presenza di una o più femmine. Si concludono quando il più forte riesce a far cadere dal ramo il contendente, il quale si allontana alla ricerca di altre femmine.
Il nostro scarabeo condivide il terrario con dei meravigliosi millepiedi giganti africani… e, a voler essere pignoli, anche con gli acari che vivono a strettissimo contatto con quest’ultimi. Si tratta di piccoli animaletti, parenti dei ragni, che tengono pulito l’esoscheletro dei millepiedi in cambio di ospitalità!

 

07 ottobre 2019

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Nelle ultime settimane sono arrivati alcuni esemplari di pesce pacu, una specie originaria del Sudamerica, che stanno prendendo possesso della loro vasca. Fra poco avranno dei “compagni di acquario”, perché stiamo aspettando i piranha, ai quali i pacu tra l’altro assomigliano molto, traendo in inganno un osservatore che li guardi superficialmente.
I pacu sono pesci che possono arrivare anche a 1 metro di lunghezza e si nutrono principalmente di zooplancton, residui di piante, insetti e altri piccoli animali. Gira voce che si nutrano di carne… umana, ma questa è solo una leggenda!
 



18 settembre 2019
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Eccoli! Non è difficile escalmare qualcosa di simile davanti ai terrari dei grandi predatori invertebrati.
I giganti del microcosmo non sempre sono facili da vedere all'interno del loro terrario: non farsi scoprire fa parte del loro "mestiere" di predatori. Il grande ragno arboricolo dal corpo con righe nere e grigie, riesce perfettamente a mimetizzarsi nel suo nuovo terrario e serve un po' di pazienza per scovarlo. Gli scorpioni hanno pensato bene di eleggere a loro tana una delle conche della piccola montagna che hanno trovato nella loro nuova casa. La mantide gigante invece attende le prede in alto, vicino a un ramo, certa che il suo colore la nasconda perfettamente alla vista!  La tarantola golia, invece, se ne sta spesso al centro della scena, e si mostra con le zampe vicine al corpo: se le distendesse potrebbe raggiungere quasi i 20 cm. Si racconta che esemplari di questa specie possano diventare così grandi che nella loro foresta è possibile sentirne i passi! 
 

13 settembre 2019

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Nei giorni scorsi molti visitatori hanno ammirato, avvicinandosi alla Casa dei Giganti, la riproduzione a grandezza naturale dell'elefante nano. In tanti, vedendo questo modello, si sono sorpresi nel sapere che in Sicilia vivevano in passato elefanti nani!
Il cranio degli elefanti presenta una grande apertura sulla fronte, corrispondente all’attaccatura della proboscide. Al tempo degli antichi Greci non vi erano più elefanti in Sicilia. È possibile che il ritrovamento di antichi crani, interpretati come teschi di uomini giganteschi con un unico occhio, abbia dato origine alla leggenda dei Ciclopi, ripresa anche da Omero nell’Odissea.



8 settembre 2019

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Anche la seconda femmina di varano di Komodo è nella Casa dei Giganti e si è ambientata osservando e "annusando" il suo reparto con la sua lunga lingua biforcuta. Ogni tanto si ferma a guardare, forse incuriosita, i visitatori che stanno affollando la serra, per poi andarsene al calduccio a riposare. 
Questo secondo esemplare di varano di Komodo ha un paio di anni più della prima ed è arrivata dall'Olanda, sempre attraverso il progetto EEP dell'EAZA.



6 settembre 2019
 

Mentre ammiriamo la nostra giovane femmina di varano di Komodo, stiamo aspettando trepidanti il secondo esemplare!!



5 settembre 2019

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Tutto è pronto per una passeggiata tra leggenda e realtà.
Alcuni animali che popolano la fantasia dell’uomo si sono materializzati al Parco Natura Viva intorno alla Casa dei Giganti: animali viventi o esistiti nel passato ai quali l’uomo ha dato una interpretazione, non conoscendoli. Ed ecco che il dente di un mammifero marino, il narvalo, viene immaginato sulla testa dell’unicorno. E che dire di quel mostro marino, il kraken, che avvinghia le navi con i suoi lunghi tentacoli e le fa inabissare? Il terrore dei mari è un vero gigante delle acque, ma innocuo per l’uomo: il calamaro colossale dei mari del sud, scoperto solo nel 1925, può raggiungere i 10-15 metri!
I modelli che possiamo ammirare avvicinandoci alla Casa dei Giganti sono stati creati in scala 1:1 dalla ditta Naturaliter di Capannoli (PI)
 
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House of Giants vista dall'alto, e la dragonessa Padar che esplora l'area:drago-komodo-parco-natura-viva.jpg


4 settembre 2019

Con passo deciso si aggira nel suo nuovo reparto la giovane femmina di drago di Komodo arrivata dallo zoo di Wroclaw in Polonia. Dopo qualche giorno trascorso nel suo reparto interno, oggi ha iniziato a esplorare l’area che, tra palme, zone riparate e una cascata che origina un breve corso d’acqua, costituisce la sua nuova casa al PNV.
Siete pronti per conoscere la regina della nostra House of Giants?
 
Sembra un dinosauro ma non lo è. Si tratta della più grande “lucertola” vivente, così straordinaria da meritarsi l’appellativo di drago.
Il drago di Komodo (Varanus komodoensis) è originario delle isole della Sonda, in Indonesia, ed è un ottimo esempio di gigantismo insulare.
L’esemplare appena arrivato al Parco Natura Viva è una femmina, è lunga 2 metri ma potrà crescere fino ai 3 metri e pesare oltre 150 kg.
La lingua è biforcuta, come nei serpenti, e il suo morso è velenoso, ad azione lenta. Le sue prede in natura sono grandi erbivori come cervi e bufali.
Nonostante la spaventosa reputazione, il varano di Komodo è un drago “fragile”, poiché l’uomo ha distrutto gran parte del suo habitat e la specie è considerata in pericolo di estinzione.

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28 agosto 2019


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La serra si è riempita di colori.
Sono arrivate centinaia di crisalidi da allevamenti ecosostenibili dell’America centrale che lo staff pazientemente ha inserito nell’incubatrice dove rimarranno in attesa che escano le colorate farfalle tropicali che saranno poi libere di volare tra i visitatori della Casa dei Giganti.
Tra loro si fanno notare la morfo blu, la più grande farfalla diurna delle Americhe, con il suo bellissimo colore, e la mimetica farfalla civetta che, posata sul “bar delle farfalle” o su una pianta, ci mostra il temibile occhio da rapace sulle sue ali, che le è utile per spaventare i predatori e ridurli in fuga.

 


19 Agosto 2019

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Sono arrivate e sono oltre 5000! Al Parco Natura Viva, nella nuova Casa dei Giganti è approdato un esercito di formiche tagliafoglie (Atta spp.).  Silenziose e composte si sono subito messe al lavoro, trasportando foglie e sistemando il formicaio che abbiamo preparato per loro. Ma cosa ci fanno animali così piccoli in uno spazio dedicato ai giganti?
Sembra che, dopo la loro estinzione, animali di dimensioni colossali come i dinosauri siano stati sostituiti dalle grandi colonie degli animali sociali, come formiche, termiti e gli stessi umani. In effetti, una colonia di formiche tagliafoglie può contenere fino a 8 milioni di individui, in grado di divorare un albero più velocemente di quanto avrebbe fatto un brontosauro. Per questo e per l’organizzazione dei compiti in caste, le colonie di formiche e di altri insetti come api e termiti vengono considerati dei superorganismi.
Le formiche tagliafoglie sono originarie delle foreste tropicali del Centro e del Sud America. Durante la visita al Parco potrete osservare le operaie al lavoro che tagliuzzano foglie di qualsiasi tipo, le trasportano al nido e le usano per coltivare il fungo di cui l’intera colonia si nutre.


14 agosto 2019

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Con l’arrivo del modello dell’orso delle caverne si aggiunge un tassello prezioso alla House of Giants del PNV per raccontare storie di giganti di “casa nostra”.
Infatti, a ciascuno di noi, sarà capitato di ascoltare storie di uomini primitivi che dovevano affrontare con coraggio il temibile orso delle caverne. Questo animale (Ursus spelaeus) non è frutto di fantasia, ma è realmente esistito migliaia di anni fa e viveva in un territorio molto vasto, dalle coste dell’Atlantico fino agli Urali. Sono numerose le tracce della sua presenza anche qui vicino, in Lessinia, nelle caverne dei Covoli di Velo Veronese, dove sono stati trovati numerosi scheletri.
Le sue dimensioni erano notevoli: i maschi, che potevano pesare fino a 1.000 kg, arrivavano a tre metri di altezza e avevano artigli potentissimi. Trovarsi davanti un bestione simile doveva essere un incubo ricorrente per i nostri antenati. In realtà, sappiamo dalla forma dei suoi denti che l’orso delle caverne era prevalentemente erbivoro e aveva una dieta piuttosto specializzata. Questo significa che poteva vivere soltanto nei luoghi in cui c’era la sua vegetazione preferita in gran quantità.
L’orso delle caverne si estinse circa 24.000 anni fa a causa dei cambiamenti della vegetazione. Durante il Pleistocene infatti, vi furono continue oscillazioni tra periodi glaciali freddi e periodi interglaciali caldi. Il clima cambiava continuamente e con esso la vegetazione, che si modificava nella composizione. L’orso delle caverne, non riuscì a far fronte al cambiamento climatico, così anche il più grande di tutti gli orsi scomparve, senza lasciare discendenti.

Dopo il modello dell'orso delle caverne è stata posizionata anche la ricostruzione scientifica a grandezza naturale dell' Homo floresiensis.

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La storia di una specie umana “lillipuziana” dai grandi piedi, nascosta nella foresta tropicale di un’isola dell’Oriente piena di animali dalle strane dimensioni - come ratti, cicogne e lucertolone giganti - sembra uscita direttamente da un racconto di Jonathan Swift, l’autore del famosissimo testo “I viaggi di Gulliver”. E invece è tutto vero!
Scoperto nel 2003 nella grotta di Liang Bua, sull’isola di Flores, Homo floresiensis si è oggi conquistato un posto d’onore come il più curioso e peculiare rappresentante della diversità del genere Homo. Come sarà possibile vedere dalla ricostruzione realistica esposta nella Serra dei Giganti del Parco Natura Viva, non superava di molto il metro di altezza e dunque il suo cervello era proporzionalmente piccolo, eppure possedeva una buona tecnologia ed era un ottimo cacciatore. Cacciava, per cibarsene, ratti giganti ed elefanti nani, e conviveva con i draghi di Komodo, che un tempo erano numerosi anche sull’isola di Flores.
I nove individui studiati su Flores sono simili a Homo erectus nani, ma possedevano alcuni caratteri così primitivi (soprattutto nella forma del cranio e nei grandi piedi) da far supporre che possa trattarsi addirittura di discendenti di una forma africana assai più antica.
Nonostante la provenienza così remota, le datazioni dicono che su Flores questa straordinaria specie pigmea abitò fino a tempi recentissimi: addirittura fino a 50.000 anni fa! Erano dunque ancora presenti sull’isola alle soglie della storia più recente. Non sappiamo perché si siano estinti e nonostante non vi sia alcuna testimonianza, è probabile che ci siano stati incontri ravvicinati tra i nostri antenati e gli stranissimi pigmei di Flores. Chissà cosa avranno pensato i lillipuziani di Flores vedendo arrivare dall’Africa gli spilungoni sapiens…

Autore della bellissima ricostruzione scientifica a grandezza naturale dell’uomo di Flores, che ha trovato posto all’interno della alla nuova House of Giants è Lorenzo Possenti (Ecofauna) che ha realizzato anche il modello dell’orso delle caverne che si può ammirare davanti alla serra.
 

09 agosto 2019

Sono arrivati i primi nuovi ospiti della Serra dei Giganti al PNV!

La prima a prendere dimora nel nuovissimo reparto della serra è una sinuosa ed elegante signora che viene direttamente dallo Zoo di Londra, lunga circa 3,30 m e del peso di 30 kg. Dopo essersi sgranchita le spire uscendo dal contenitore in cui ha viaggiato fino a noi, si è subito concessa un bel bagno nella spaziosa vasca a sua disposizione e ha cominciato a perlustrare ogni punto del suo nuovo reparto.
Stiamo parlando di una stupenda femmina adulta di anaconda verde (Eunectes murinus), la cui massima dimensione potrà arrivare a circa 12 m di lunghezza ed un peso di 250 kg. Si tratta del serpente più grande del mondo considerando lunghezza, circonferenza e peso. Occhi e narici sono posti in alto, in modo che possa restare nascosta in agguato nell’acqua, suo ambiente di elezione. Specie originaria di corsi d’acqua ed ambienti umidi della regione Amazzonica e di buona parte del nord e centro del sud America, l’anaconda verde ha da sempre alimentato storie fantastiche e terribili che hanno rappresentato i peggiori incubi dei primi esploratori occidentali di queste foreste tropicali come Henry Walter Bates e Alfred R. Wallace. Numerose leggende narravano addirittura di persone divorate da giganteschi esemplari, in realtà questi costrittori si cibano di prede anche molto grandi, come altri rettili (a volte coccodrilli), capibara e tapiri. Le loro mandibole elastiche, infatti, possono estendersi tantissimo fino ad inghiottire un maiale intero.190814-arrivo-anaconda-verde.jpg

 
Dopo l’anaconda è stata la volta di tre coccodrilli nani, un maschio e due femmine nati nel 2016, arrivati dallo zoo di Mulhouse nell’ambito del progetto ESB della specie.
Ognuno dei tre ha mostrato fin da subito un approccio diverso: chi è rimasto un po’ nella cassa di trasporto a guardare fuori e poi ha finalmente deciso di uscire ad esplorare, chi si è buttato subito in acqua per cercare un rifugio sicuro e chi invece ha mostrato sicurezza, uscendo agilmente per entrare in acqua e godersi un rinfrescante bagno.
Il coccodrillo nano (Osteolaemus tetraspis) è una delle specie più piccole di coccodrillo: raramente supera i due metri di lunghezza. Vive nelle aree umide dell’Africa centro-occidentale ed è considerata specie “vulnerabile” dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Naura). Sfrutta le ore notturne per cercare le sue prede, durante il giorno riposa solitamente nell’acqua.
Una delle minacce alla sua sopravvivenza, oltre alla perdita dell’habitat, è la caccia per la sua carne; infatti la caccia di selvaggina esotica (nota come bushmeat) è molto praticata nei paesi tropicali e la carne di questa specie è in peso la più abbondante nella regione.190809-coccodrillo-nano-arrivo.jpg

02 agosto 2019

I giganti che vengono subito alla mente sono sicuramente i dinosauri e, a raccordare il parco delle estinzioni e iniziare il percorso espositivo della House of Giants, è proprio uno di loro. Non si tratta però di un gigante, raggiungeva i 3,5 m di lunghezza ma ci ricorda che, con la grande estinzione di 66 milioni di anni fa che si è portata via gran parte della fauna esistente, i dinosauri sono scomparsi ma ci hanno lasciato dei cugini che si sono differenziati in quelli che oggi chiamiamo “uccelli”.
 
Anzu era un dinosauro oviraptor onnivoro piumato che assomigliava molto a un casuario. Fossili di alcuni esemplari sono stati trovati solo pochi anni fa negli Stati Uniti. I paleontologi lo hanno chiamato Anzu dal nome di un demone piumato della mitologia dell’antica Mesopotamia e lo hanno soprannominato “il pollo infernale”.
Questo è il primo dei modelli arrivati al PNV che racconterà dei giganti, di nani e di come l’uomo li abbia interpretati: in un’epoca in cui le conoscenze naturalistiche erano limitate, l’uomo dava una spiegazione a esseri giganteschi o a parte di essi che gli capitava di trovare.
Il modello a grandezza naturale di Anzu è stato realizzato dalla ditta Geomodel, con la consulenza del paleontologo Simone Maganuco.

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