Il più grande gigante alato di tutti i tempi


È di qualche giorno addietro l’annuncio del ritrovamento di almeno otto nuove specie in una miniera di fossili scoperta al confine tra Utah e Colorado nel 2009, risalente a 210 milioni di anni fa, cioè alla prima fase dell’evoluzione dei dinosauri, piuttosto sconosciuta finora, quando ancora non erano i dominatori della Terra.
Quella che ora è una distesa desertica, vicino al Dinosaur National Monument, nel Triassico era la sponda di un lago, un’oasi circondata da alte dune di sabbia.

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Chi avesse alzato gli occhi al cielo a quel tempo avrebbe potuto scorgere (per qualche attimo prima di essere inghiottito) un mostro terrificante: lo pterosauro, il più grande rettile volante di tutti i tempi. Si trattava di un predatore aereo formidabile, con un cranio robusto, piccoli occhi guizzanti, apertura alare di quasi un metro e mezzo, una mandibola fortissima dotata di zanne, e file di denti aguzzi che potevano triturare un coccodrillo. I suoi antenati erano più piccoli, mentre i suoi discendenti del Cretaceo diventeranno in alcuni casi veri e propri giganti volanti, con un apparato alare di straordinaria complessità ed efficienza: il quarto dito degli arti superiori era lunghissimo e sosteneva una membrana alare a vela che si congiungeva con gli arti inferiori, dotata di raffinatissime e sensibilissime fibre muscolari che ne adattavano la forma.

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Il più imponente degli pterosauri si chiamava Quetzalcoatlus: era alto come una giraffa, aveva l’apertura alare di un piccolo aereo (11-12 metri) e pesava 60 chili. Queste strepitose bestie volanti potevano anche posarsi al suolo e cacciare camminando, quadrupedi, giacché sapevano usare le ali come stampelle! Anche la loro testa era un campionario di adattamenti stranissimi ma efficaci.
 

Conosciamo 150 specie di pterosauri, che non erano dinosauri in senso stretto ma imparentati con i dinosauri entro il gruppo più ampio degli arcosauri.


Nello stesso sito nordamericano hanno trovato un bizzarro drepanosauro con testa come quella di un uccello e un artiglio sulla punta della coda, alcuni animali simili a coccodrilli ma con le zampe lunghe, e due tipi di piccoli ma tremendi dinosauri carnivori bipedi, tutti risalenti a questa epoca iniziale dei dinosauri ancora poco nota. Di lì a non molto (su scala paleontologica) un’estinzione di massa decimerà i rettili più antichi che erano stati i maggiori competitori dei dinosauri e consegnerà a questi ultimi il predominio sulle terre emerse. Quindi anche dinosauri e pterosauri, come sarà in seguito per noi mammiferi, devono la loro fortuna a una catastrofe che aveva colpito i dominatori precedenti.

Nelle alterne sorti dell’evoluzione, tutti gli imperi dei giganti prima o poi tramontano.