Melo


“Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò.” (Genesi 3, 1-6)

Il melo è citato nella Bibbia 5 volte. Comunemente si pensa che il frutto che Adamo ed Eva mangiarono nell’Eden, ma che non dovevano mangiare, fosse una mela, questo a causa della somiglianza tra le parole latine malum (male) e malus (melo) perché in realtà il testo non dice mai quale era il frutto. Questo fu anche uno dei motivi che spinse diversi Padri della Chiesa a credere che il legno della croce di Cristo fosse legno di melo, creando così un parallelismo tra il frutto che ha portato alla caduta dell’uomo e il legno dello stesso albero che è lo strumento della sua salvezza. La mela veniva anche utilizzata per produrre un unguento senza colore, ma molto profumato.