15 dic 2017
Bussolengo, 15 dicembre - Un’ampia distesa di neve e un’antilope che ne perlustra gli spazi, sorpresa dal candore in cui è caduta tutta la “pianura d’Africa”: si è mostrato così il Parco Natura Viva di Bussolengo dopo la lunga nevicata di domenica scorsa, che ha tenuto alcune specie al tepore delle aree interne riscaldate e ha lasciato ad altre la possibilità di entrare e uscire a proprio piacimento. E sono state proprio le specie originarie di quello che viene comunemente considerato il continente “caldo” per eccellenza a mostrarsi nient’affatto intimidite dall’insolito meteo. Le antilopi roane sono state le prime “insospettabili” a trascorrere del tempo brucando sotto la neve, pur potendo disporre di stalla aperta e fieno in quantità. Dopo di loro hanno preso coraggio anche i buoi dei watussi e i lichi del Nilo, mentre al di là della pianura un’altra specie africana affrontava gli zero gradi a modo proprio: già indossata la “pelliccia invernale” tipica delle foreste a nord del Sahara, le bertucce non si sono fatte sorprendere e, ognuna dalla cima del proprio albero, gustavano il proprio pasto alla mercè degli ultimi fiocchi di neve. Alla prima esperienza i suricati che, tenuti al caldo delle tane sotterranee i due piccoli, non hanno resistito dall’uscire a scavare tra il manto candido. “La stagione invernale africana può riservare temperature anche molto rigide ed escursioni termiche molto più alte delle nostre, in special modo per animali come le bertucce che possono vivere fino ai 2.600 metri di quota”, spiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva. “L’adattamento al freddo non è raro per queste specie, ma è anche necessario lasciare loro la possibilità di scegliere dove trascorrere il tempo, garantire una buona alimentazione e un buono stato di benessere. Quello che sappiamo grazie a anni di esperienza e di osservazione del comportamento, è che gli animali sono capaci di adattarsi anche alle condizioni più avverse e per certi versi è molto più difficile gestire il caldo con tanta umidità che un “sano freddo”, come le temperature che si hanno con una nevicata”, conclude Spiezio.