Progetto avvoltoio reale indiano

IL PROGETTO AVVOLTOIO TESTA ROSSA REALE INDIANO

 

Lo status in natura

L’avvoltoio reale indiano (Sarcogyps calvus), o avvoltoio testa rossa, un tempo era davvero molto diffuso in India e in Asia. Oggi, purtroppo, è una delle specie più minacciate di estinzione a causa del rapido declino della popolazione negli ultimi anni, declino che persiste anche oggi. Alimentarsi di carcasse trattate con antidolorifici sembra essere la principale causa della riduzione importante del numero di individui in natura, associato all’impatto antropico e alla persecuzione proprio da parte dell’uomo. A tutto ciò si aggiunge il problema del difficile allevamento di questa specie e della sua riproduzione nei giardini zoologici.
Gli individui oggi ospitati nei giardini zoologici e centri di recupero nel mondo sono, infatti, solo 21 in 6 istituzioni.
 
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Come è nato il progetto

Il Parco Natura Viva ospita 14 dei 21 individui presenti in giardini zoologici e centri di recupero nel mondo, ed è l’unica struttura appartenente all’EAZA a gestire questa specie.
Nel 2011 la coppia di avvoltoio reale indiano presente al Parco ha iniziato a deporre e covare uova fertili. Purtroppo, gli individui non sono riusciti a completare la cova, vuoi per le condizioni atmosferiche o per l’inesperienza, ma le uova non si sono schiuse.
Nel 2013 lo staff del Parco ha deciso, nell’interesse di incrementare il numero di individui di questa specie, di mettere l’uovo in incubatrice tenendo così monitorate temperatura e umidità. Questo primo uovo si è poi schiuso con un importante risultato scientifico che ha rivelato che la cova delle uova dell’avvoltoio reale indiano non dura 44-46 giorni come sostenuto dai ricercatori, bensì 10 giorni in più. E questo è un dato davvero importante per la riproduzione di questa specie in ambiente controllato.
Ma lo sforzo dello staff del Parco non è terminato con la schiusa, perché c’era un piccolo da allevare in un modo molto particolare che assicurasse il minor imprinting possibile sull’uomo per garantire la possibilità di avere un individuo adulto in grado di manifestare comportamenti tipici della specie.
 
L’avvoltoio testa rossa depone un solo uovo per ciascuna stagione riproduttiva; tuttavia, se dovesse perderlo, può ridepore dopo meno di 3 settimane un secondo uovo.
Abbiamo così deciso di togliere il primo uovo dopo 18-19 giorni dalla deposizione e collocarlo alle “cure” dell’incubatrice e attendere quindi la deposizione del secondo, seguito con cura per la prima parte della cova dai propri genitori per poi essere spostato in incubatrice.
 
 
Il Parco Natura Viva si è fatto carico di stendere un protocollo per le cure durante l’incubazione e per l’allevamento dei pulcini.
Il protocollo è stato seguito attentamente dal Parco e nel corso degli anni sono nati, e poi diventati adulti, 6 pulcini di questa specie.
 
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Un anno importante

Nella stagione riproduttiva 2019-2020 la coppia ha deposto il primo uovo verso la fine di gennaio, ma dopo solo una settimana la coppia ha iniziato a mostrare un comportamento anomalo abbandonando l’uovo per periodi sempre più lunghi. Abbiamo quindi deciso di prendere l’uovo per collocarlo in incubatrice e i primi controlli hanno evidenziato un uovo non fertile.
Nel frattempo, la coppia ha ricominciato a corteggiarsi, frequentando il nido, e accoppiandosi nuovamente; nel marzo 2020, in pieno lockdown da pandemia da Covid19, ha deposto il secondo uovo. La presenza ridotta di personale del Parco, dedicata solo alla quotidianità delle cure e della gestione della collezione zoologica, non ha potuto prendere su di sé il carico di incubare l’uovo e soprattutto di allevare il piccolo e, come da tempo ormai si proponeva di fare mostrando fiducia nei confronti della coppia, l’uovo è stato per la prima volta lasciato alle cure parentali di mamma e papà avvoltoio.
Entrambi si sono presi cura dell’uovo alternandosi nella cova e nella rotazione dello stesso e al 56° giorno dalla deposizione il pulcino è nato. Genitori inesperti e alla loro primissima esperienza, maldestri e litigiosi sono riusciti comunque ad allevare il loro pulcino.
 
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Il progetto

Quanto successo nel 2020 è stato un importantissimo risultato, non solo per la coppia del Parco Natura Viva, ma perché, grazie alla telecamera posta sul nido, abbiamo potuto ottenere informazioni sui comportamenti delle cure parentali di questa specie, necessarie per assicurare la sopravvivenza dei pulcini in natura. La coppia al Parco ha avuto un altro pulcino, diventato oggi un giovane avvoltoio.
 
Nel frattempo, è stato siglato un accordo con Indira Gandhi Zoological Park, un giardino zoologico che afferisce alla Central Zoo Authority indiana attraverso il quale si potrà realizzare il progetto di reintroduzione in natura di esemplari di avvoltoio.
Riconoscendo le capacità di Parco Natura Viva nel gestire questa specie, il centro di tutela di avvoltoi in Cambogia (ACCB - Angkor Centre for Conservation of Biodiversity) ha affidato al Parco un loro individuo recuperato dalla natura. Questa femmina di avvoltoio reale indiano sarà così una fondatrice della nuova popolazione di Sarcogyps calvus che discenderanno da lei.
 
Queste azioni hanno reso possibile il progetto di conservazione in situ volto al monitoraggio e al ripopolamento di questa specie in natura. Il progetto di conservazione integrata in situ ed ex situ è supportato da La Lomellina, una fondazione Svizzera che ha come mission il rispetto, lo sviluppo e la protezione della natura e del mondo animale. Inoltre, a facilitare la comunicazione tra Cambogia/Asia e Italia/Europa c’è SAVE (Save Asia’s Vultures from Extinction) l’associazione che si occupa della tutela degli avvoltoi in Asia.
Nel 2022 è stato chiesto di presentare l’impegno di Parco Natura Viva al meeting annuale di SAVE, partecipazione richiesta anche all’ultimo convegno del 24 gennaio del 2023. Durante questo ultimo convegno sono stati riportati i dati delle azioni svolte nel 2022 e, purtroppo, la popolazione degli avvoltoi, e in particolare del Sarcogyps calvus, in Cambogia, dove si trova ACCB, è in continuo decremento. Sono stati censiti solo 19 individui e 5 nidi nel 2022.
L’azione di Parco Natura Viva non si ferma e il progetto continuerà anche nei prossimi anni intensificando gli sforzi.

 

 
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