Con le penne e le piume colorate: ve lo immaginavate in questo modo un dinosauro? Eppure, molti dei terribili rettili giganti del Mesozoico erano proprio così.
Il dinosauro rappresentato nel modello al PNV era un oviraptor piumato del Nord America, chiamato Anzu wyliei, per gli amici, anzi per i nemici, “il pollo infernale”.
Visse alla fine del Cretaceo, era onnivoro e assomigliava a un enorme casuario, sì perché oggi sappiamo che molti dinosauri svilupparono caratteristiche da uccelli.

Alcuni cugini di Anzu non si estinsero nella catastrofe prodotta dall’impatto di un asteroide 66 milioni di anni e si diversificarono nelle 10.000 specie di uccelli di oggi.
I dinosauri dominarono la Terra per 160 milioni di anni e molti di essi, anche se non tutti, erano davvero giganteschi!
 

Ma non tutti erano giganti

I dinosauri avevano dimensioni diversissime, alcuni grossi e pesanti come un Boeing 747, altri non più grandi di un tacchino.

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Quindi non erano tutti giganti. Hanno dominato la Terra per più di 150 milioni di anni, mentre la nostra specie di primati bipedi è in circolazione soltanto da 200mila anni. Erano carnivori ed erbivori, predatori e prede, quadrupedi e bipedi, insomma si erano irradiati in ogni angolo del globo andando a occupare quasi tutte le nicchie ecologiche terrestri. Sorvegliavano i nidi, accudivano i loro piccoli, cacciavano in gruppo. Avevano armature e ornamenti. Ne sono stati scoperti di bellissimi, con penne e piume colorate che non servivano per volare ma per mantenere la temperatura corporea o per il corteggiamento.
 
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Tyrannosaurus e Parasaurolophus, PNV, Extinction Park
 
Il pianeta sembrava proprio nelle loro mani, ma l’evoluzione è un gioco imprevedibile e i dominatori del momento non devono mai rilassarsi.
Se li è portati via intorno a 66 milioni di anni fa una congiura di accidenti ambientali sfavorevoli, e non soltanto il famoso meteorite gigante caduto nel Golfo del Messico: cambiamenti climatici, eruzioni vulcaniche e forse una serie di impatti di asteroidi. In sintesi, una gran sfortuna, o più precisamente quella che gli esperti chiamano una “tempesta perfetta” globale, cioè il simultaneo verificarsi di almeno tre sconvolgimenti ambientali su larga scala: clima che cambia più rapidamente del solito; alterazioni nella composizione dell’atmosfera; uno stress ecologico che si somma ai due fattori precedenti. Il risultato è un crollo di metà o anche due terzi della biodiversità complessiva. Fra parentesi, è quello che sta succedendo anche adesso alla Terra e sarebbe bene che noi umani evitassimo di figurare nella lista delle prossime specie estinte (nel nostro caso, auto-estinte). La lunga notte alla fine del Cretaceo colpì non soltanto i dinosauri, ma moltissime altre specie. Fu una crisi globale.
 
Tuttavia, a ulteriore riprova della loro resistenza, un piccolo manipolo di dinosauri teropodi (parenti stretti del celebre Tyrannosaurus e dello splendido Spinosaurus) riuscì a vedere l’alba dopo la catastrofe e diede origine alla discendenza degli uccelli.

Quindi da un certo punto di vista i dinosauri sono ancora tra noi e ci volano attorno.

 
 

Ridisegnare l’albero dei giganti

L’albero di famiglia dei dinosauri è abbastanza intricato. Finora ci avevano insegnato che i teropodi e i sauropodi erbivori (tipo il brachiosauro dal lunghissimo collo, il diplodoco e il titanosauro) formano l’ordine dei saurischi, mentre tutti gli altri rientrano tra gli ornitischi, anch’essi erbivori (quelli a becco d’anatra o quelli corazzati e con le corna come i triceratopi). Per distinguerli bisogna guardare tra le gambe: hanno il bacino più da lucertole i saurischi, più da uccelli gli ornitischi, da cui il nome. A guardare bene, però, già questo è strano, perché i precursori degli uccelli attuali discendono tutti da una famiglia di teropodi - i dromeosauri piumati e artigliati - cioè da dinosauri con il bacino da lucertola che hanno poi evoluto (una seconda volta, indipendentemente dagli ornitischi) il bacino da uccelli. Così abbiamo pensato per più di un secolo, da quando nel 1888 il paleontologo inglese Harry G. Seeley cominciò a mettere ordine nella tassonomia dei “sauri terribili”.
Ora però i suoi successori Matthew Baron di Cambridge e Paul Barrett del National History Museum di Londra propongono un completo rimescolamento delle carte che dovrebbe farci riscrivere i manuali. Gli ornitischi e i teropodi sarebbero a loro avviso strettamente imparentati tra loro in un nuovo ordine di dinosauri piumati chiamato Ornithoscelida, mentre i sauropodi tipo il brontosauro e alcuni piccoli dinosauri carnivori molto antichi farebbero a sé come saurischi. Questo significa che teropodi classici come carnosauri e tirannosauri, da un lato, e ornitischi come gli stegosauri, dall’altro, ebbero un antenato comune più recente, vissuto intorno a 225 milioni di anni. I caratteri condivisi da teropodi e sauropodi, come le sacche d’aria, si sarebbero invece evoluti indipendentemente.

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Le parentele tra i dinosauri sarebbero dunque da rivedere. Dobbiamo riorganizzare allora i percorsi espositivi di tutti i musei di storia naturale del mondo? Non ancora, la comunità degli specialisti sta facendo le opportune verifiche. Non è facile nemmeno per i cacciatori di fossili districarsi nel rebus delle classificazioni. Due gruppi di dinosauri infatti potrebbero avere tratti in comune sia perché li hanno ereditati da un antenato in comune (in tal caso sono cugini stretti) sia perché li hanno sviluppati indipendentemente come risposta a problemi ambientali simili (in tal caso si assomigliano per quei tratti ma non sono parenti stretti, come pipistrelli e uccelli che hanno entrambi gli adattamenti per il volo ma non per questo sono cugini stretti). Inoltre, l’evoluzione procede attraverso frondosi cespugli di specie che si ramificano ed è difficilissimo azzeccare nei sedimenti proprio l’agognato antenato comune di un certo gruppo.

…e tra tanti giganti, l’uomo non è mai diventato tanto grande. Anzi, recentemente sono state scoperte alcune specie umane….nane!


I giganti del passato ci raccontano anche altre storie, eccone alcune: