Progetto Gipeto

Il gipeto è un grande avvoltoio distribuito dall'Europa meridionale all'Asia, dalla regione dei Pirenei fino all'India e al Tibet. Classificato come "quasi a rischio" a livello globale dalla IUCN Red List, il gipeto è in declino in tutto il suo areale, in particolare in Europa e nel 1969 era stato dichiarato perfino estinto in Italia.
Dal 1986 l’organizzazione internazionale VCF – Vulture Conservation Foundation si dedica alla reintroduzione di questa specie sui cieli europei, e il Progetto Gipeto del Parco Natura Viva collabora con il VCF attraverso il reinserimento in natura degli individui nati al Parco.
Il Parco Natura Viva è coinvolto nella conservazione del gipeto sia attraverso la sensibilizzazione del pubblico sulla tutela di questa specie, sia attraverso il reinserimento in natura degli animali nati al Parco. La reintroduzione in natura dei gipeti nati al Parco Natura Viva ha avuto inizio nel 2019, quando la coppia storica del Parco è riuscita per la prima volta in Italia a riprodursi e allevare con successo un piccolo. Il progetto viene condotto nella Riserva Naturale "Sierras de Cazorla, Segura y Las Villas" nella Spagna centro-meridionale, dove il Parco si è avvalso dell'importante collaborazione della Fondazione Gypaetus e della VCF - Vulture Conservation Foundation. Con un'estensione di quasi 210.000 ettari, il parco naturale "Sierras de Cazorla, Segura y Las Villas" costituisce l'area naturale protetta più estesa di Spagna e la seconda d'Europa. Si aggiungono poi due piccoli parchi naturali contigui nelle province di Albacete e Granada: il parco naturale "Los Calares del Mundo y de la Sima" situato al nord e il parco naturale "Sierra de Castril" situato al sud, che insieme contribuiscono ad aggiungere altri 31.000 ettari a questa enorme area naturale protetta. Il programma di reintroduzione della VCF è attivo fin al 1986 e ha altri siti di rilascio anche in Italia e Francia. Grazie a questo progetto, questa specie ha ricominciato a ripopolare i cieli europei e oggi si contano ben 223 esemplari liberati.
 
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200 anni fa, il gipeto si trovava su tutte le aree montuose dell’Europa meridionale, dalla Spagna occidentale ai Balcani, oltre che in Africa e Asia. Ora questo avvoltoio è uno dei più rari in Europa, e la popolazione diminuisce anche in Africa e Asia. L’avvelenamento, la distruzione dell’habitat, il disturbo antropico dei siti di riproduzione e la collisione con le linee elettriche sono le minacce principali per la sopravvivenza del gipeto. In Europa si stima un calo della popolazione pari al 10% nelle ultime tre generazioni; a livello globale il calo è stimato tra il 25 e il 29%. Il gipeto, come altre specie di avvoltoi, richiede un’areale di distribuzione estremamente ampio e con una buona qualità di habitat, condizione sempre più difficile da trovare nell’Europa urbanizzata. Questa specie è classificata come “quasi minacciata” nella Lista Rossa dell’IUCN. Dato il loro importante ruolo nell’ecosistema, i gipeti sono considerati specie chiave sulle nostre montagne. Grazie alla loro dieta di carcasse di animali, riducono la possibilità di diffusione di certe malattie infettive, agiscono da veri e propri spazzini della natura e hanno un incredibile valore socioeconomico nelle comunità locali.Una particolarità unica a questa specie di avvoltoio è la loro specializzazione nel cibarsi anche delle ossa di animali; usando dei potentissimi acidi digestivi, lo stomaco dei gipeti è in grado di scomporre le ossa solide in 24 ore.
 
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La coppia presente oggi al Parco è arrivata nel 2006 all’interno dell’EEP. Il maschio nacque nel 2005 al Richard Faust Zentrum e si chiama Fabian, mentre la femmina Julia, nata sempre nel 2005, viene dallo Zoo di Norimberga.
Nel 2014 venne realizzato un nuovo reparto per renderlo più idoneo alla coppia, e questo ha favorito più comportamenti di preening e di costruzione di un nido, anche se poi la prima schiusa di un uovo è avvenuta solo nel 2019.
La gestione di coppie di gipeti in un parco zoologico non è semplice, specialmente durante il periodo riproduttivo. I maschi tendono a essere più attivi nella costruzione del nido e nella difesa del territorio, mentre le femmine si dedicano principalmente ad accudire il nido. Tuttavia, sia femmine che maschi mostrano comportamenti territoriali del nido contro altri gipeti, rendendo quindi il monitoraggio del comportamento della coppia estremamente importante per garantirne il benessere.
 
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Ogni anno il Parco Natura Viva celebra la giornata internazionale di sensibilizzazione sugli avvoltoi il primo sabato del mese di settembre.
 

2020

Anche quest'anno la coppia di gipeti del Parco ha portato a termine con successo l'incubazione del loro uovo, da cui si è schiusa una bellissima femmina. Dopo essere stata allevata dalla madre per circa tre mesi, la piccola Eglazine è partita per la Francia, dove
è stata reintrodotta in natura nell'ambito del progetto europeo LIFE Gypconnect. Prima del rilascio a Eglazine sono state decolorate alcune penne remiganti e applicati degli anelli identificativi e un gps, in modo da poterla individuare con sicurezza in volo e tracciarne gli spostamenti con accuratezza. Dopo un periodo trascorso in un nido realizzato appositamente per lei in una parete di roccia, è arrivato il momento dell'involo nel cielo del Parco Regionale Des Grands Causses!
 
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2019

Il Parco Natura Viva viene inserito all’interno del progetto di reintroduzione del gipeto della Vulture Conservation Foundation, e il 27 giugno 2019 Stelvio 50, il piccolo nato a marzo al Parco, viene rilasciato nel cuore dell’Andalusia, nella Riserva Naturale “Sierras de Cazorla, Segura y Las Villas.
Lo staff del Parco Natura Viva ha percorso ben 1.815 chilometri in macchina per raggiungere il sito di rilascio. Stelvio 50 è stato trasbordato in una cassa e trasportato in spalla fino al sito di nidificazione. Da lì, calato in corda doppia in una sacca è stato posizionato nel suo nuovo nido, un incavo nella parete di roccia a 1.350 metri di altitudine, dove riceverà ancora per un periodo il cibo calato attraverso un tubo, così da evitare qualsiasi interazione umana.
Prima del rilascio, Stelvio 50 è stato dotato di un tracciatore GPS, un anello identificativo e alcune penne remiganti sono state decolorate per permettere una più facile identificazione in volo.
Verso metà luglio Stelvio 50 ha iniziato a compiere i suoi primi voli in libertà.
 
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Se vi interessa questo progetto e volete aiutare a salvare il gipeto e il loro habitat, ci sono molti modi con cui potete dare il vostro contributo. Partecipando alle attività organizzate dal Parco, come le visite guidate, i laboratori educativi e la giornata internazionale di sensibilizzazione sugli avvoltoi, potrete conoscere più a fondo questa specie e le minacce alla sua sopravvivenza, apprendendo anche quali comportamenti adottare nel quotidiano per tutelare il loro habitat. Adottando i gipeti del Parco contribuirete direttamente al finanziamento di questo progetto, ma anche con la vostra visita al Parco potrete dare un contributo concreto alla conservazione, poiché una percentuale del ricavato dai biglietti d'ingresso viene sempre destinata ai progetti in natura. Infine, sensibilizzando le altre persone sulle problematiche degli animali in natura potrete aiutare concretamente a diffondere la conoscenza e garantire un futuro al gipeto nel suo ambiente naturale.
 
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