CONCLUSO CONVEGNO NAZIONALE DELLA RICERCA NEI PARCHI

03/10/17 Mappatura genetica per ogni scimpanzé

Comunicato stampa Parco Natura Viva 03/10/2017 - Bussolengo, 3 ottobre - Chiusa la quattro-giorni scientifica che ha reso il Parco Natura Viva di Bussolengo la capitale europea della conservazione delle specie a rischio estinzione, con un focus finale sugli scimpanzè: la proiezione dei dati relativi allo stato di conservazione di questa specie non cessa di essere allarmante. Il “Convegno Nazionale della Ricerca nei Parchi: conoscere per proteggere” ha concluso il suo VIII anno con il record di 188 partecipanti, tra studenti e ricercatori provenienti da 10 Università italiane e straniere (Padova, Milano, Bologna, Torino, Firenze, Pisa, Teramo, Chester (UK), Manchester (UK), Swedish University of Agricultural Sciences) accademici e conservazionisti internazionali riuniti per confrontare gli ultimi risultati conseguiti nel campo della salvaguardia degli ecosistemi naturali, in Italia e nelle zone più critiche del Pianeta per il mantenimento della biodiversità. Molte le professionalità provenienti da altri parchi zoologici, italiani ed europei, che hanno presentato i propri lavori scientifici.

 

MAPPATURA GENETICA PER OGNI SCIMPANZÉ: L’EUROPA SI PREPARA ALL’ESTINZIONE TOTALE

Tra le specie che più di tutte soffrono la distruzione dell’habitat naturale ad opera dell’uomo ce n’è una che condivide con il genere umano il 98% del proprio patrimonio genetico: lo scimpanzé, “minacciato” d’estinzione secondo l’Unione Internazionale della Conservazione della Natura. Una volta diffuso in tutto il continente africano, le ultime proiezioni indicano la perdita del 50% degli individui entro il 2030, stime che vanno di pari passo con il ritmo incessante della deforestazione: in un secolo, la pressione delle attività umane ha ridotto le foreste tropicali al 5% della copertura originaria. Di fronte allo spettro di un’estinzione totale, l’Europa chiede aiuto alla genetica e prepara il contingente di individui ospitati nei parchi zoologici a tornare nelle aree d’origine: ad affermarlo chiaramente è Frands Carlsen, a margine dell’VIII Convegno Nazionale della Ricerca nei Parchi concluso al Parco Natura Viva di Bussolengo.
“L’imperativo è lavorare sull’identificazione del patrimonio genetico di ogni esemplare e allevare le popolazioni presenti in Europa con lo scopo di garantire loro la massima diversità genetica possibile, in linea con le 4 sottospecie presenti negli ecosistemi africani”, spiega Carlsen, coordinatore del Programma Europeo per le Specie Minacciate. “Fino a qualche anno fa potevamo risalire al patrimonio genetico seguendo la sola linea materna, mentre le tecnologie di cui disponiamo oggi ci consentono di identificare interamente il DNA di ogni individuo e mapparne le sequenze. Con queste informazioni, siamo in grado di ricollocare gli esemplari nei parchi zoologici secondo l’appartenenza alla sottospecie e preparare i gruppi sociali a tornare in Africa, se sarà necessario”. Nulla di visionario: un caso che fa scuola è già presente nella storia degli uomini e cominciò a prendere forma nel 1996, quando la IUCN dichiarò estinto in natura l’ultimo cavallo selvatico. Fu ad opera degli zoo europei che i cavalli di Przewalski vennero riportati nelle steppe della Mongolia ed è dal 2008 che la specie è ricomparsa nella Lista Rossa. Prima “criticamente minacciata” e tuttora “minacciata”, ma “viva”.
Per i 730 scimpanzè che vivono nei parchi zoologici dell’Associazione Europea degli Zoo e degli Acquari la strada è ancora lunga, ma alcuni uomini stanno lavorando per il loro futuro.
 

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