Ibis dal collo paglierino

Nome scientifico: Threskiornis spinicollis
Classe: Uccelli
Ordine: Ciconiformi
Famiglia: Treskiornitidi
Caratteristiche: Questa specie ha un buon rapporto con l’essere umano, in particolare con gli agricoltori, in quanto preda cavallette e locuste che rappresentano una piaga per le coltivazioni.
Dieta: La specie si nutre principalmente di insetti come cavallette e locuste, ma può cacciare anche rane, piccoli rettili e mammiferi.
Distribuzione e Conservazione: L’Ibis dal collo paglierino è diffuso in Australia, Indonesia e Papua Nuove Guinea, anche se alcuni individui girovaghi si possono incontrare nell’Isola di Norfolk, nell’Isola di Lord Howe e in Tasmania. È infatti una specie nomade che si sposta spesso in cerca di habitat ottimali, rappresentati per lo più da praterie umide e secche, pascoli, campi coltivati e paludi o margini lagunari. Si trova raramente anche in rive costiere, zone fangose o mangrovieti.

L’Ibis dal collo paglierino compare come “Least Concern” nella Lista Rossa della IUCN, per via della vastità del sua areale distributivo e poiché la sua popolazione, il cui andamento risulta essere fluttuante, è molto grande.

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La Lista Rossa dell'IUCN (International Union for Conservation of Nature) fornisce informazioni sullo stato di conservazione a livello globale di animali e piante. Il diverso grado di rischio di estinzione è rappresentato dalle categorie entro le quali vengono inserite le specie.
Fonte: www.iucnredlist.org

Riproduzione: L’Ibis dal collo paglierino è un uccello monogamo in cui la riproduzione avviene in colonie riproduttive ed è di tipo stagionale. 
I nidi vengono costruiti in acqua, sono fatti di canne, giunchi e legni e spesso si possono fondere assieme a formare una piattaforma continua. Inoltre, il nido viene costruito dagli individui di entrambi i sessi e può essere riutilizzato per molti anni. 
La femmina depone dalle 2 alle 5 uova (in genere 2 o 3) che si schiudono dopo un periodo di incubazione di circa 25 giorni; entrambi i genitori si impegnano sia nella cova sia nell’alimentazione dei nidiacei che restano nel nido per circa 35 giorni dopo la schiusa.

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